Obiettivo del progetto ECARE è lo sviluppo di strumenti per affrontare l’impatto sui servizi sociali e sanitari dell’aumento dell’età media della popolazione residente nelle aree del programma, dovuto da una parte all’allungamento della speranza di vita e alla diminuzione delle nascite e dall’altra all’abbandono dei territori da parte di segmenti di popolazione con età media più bassa rispetto a chi rimane. In Italia la popolazione di età superiore a 65 anni rappresenta il 22% del totale ed in Austria il 18,5%, ma lo squilibrio fra fasce di età è molto più accentuato nei comuni di minori dimensioni.
L’offerta di servizi sociali e sanitari per la popolazione anziana sulla base delle tecniche e delle tecnologie attualmente in uso non è sostenibile nel medio e lungo termine dal sistema di finanza pubblica in entrambi i Paesi. E’ necessario lo sviluppo di strumenti che consentano alla popolazione anziana di vivere il più a lungo possibile in autonomia nella propria abitazione e contemporaneamente di evitare i fenomeni di isolamento sociale che danneggiano lo stato di salute fisica e psicologica. In questo contesto il progetto ECARE sviluppa un modello di
assistenza ad alto grado di digitalizzazione associato ad interventi “community-based” (si veda ad esempio McLeroy et al.: “Community-based interventions”,
Journal of Public Health, 2/2003).
Il progetto ECARE sarà influenzato dalle pratiche e dai progetti già sviluppati in questo ambito specifico nel territorio italiano ed austriaco. In particolar modo, la grande esperienza maturata in Austria sul tema dell’innovazione dell’assistenza potrà innescare, tramite lo scambio di best practice, un virtuoso meccanismo di imitazione istituzionale.
Il punto di innovazione del progetto, potenzialmente in grado di incrementare l’efficienza dei servizi alla persona anziana erogati dalle istituzioni pubbliche, è rappresentato dal:
– valorizzare il ruolo svolto dai care provider, esistenti nel territorio, quali aggregatori di bisogni e fornitori di risposte di cura dei senior fragili
risiedenti nell’ambito dei distretti zonali nei quali già sono presenti strutture abitative e/o interventi di assistenza domiciliare
– implementare un modello di engagement della comunità fondato sulla valorizzazione della rete degli stakeholder locali, aggregati e connessi
con i care provider, facilmente iterabile ed economicamente sostenibile poiché prevalentemente basato sulla risorsa del volontariato,
opportunamente reclutato e formato
– digitalizzare i processi di assistenza, di riabilitazione e di gestione delle relazioni che consenta la rapidità e conoscenza dei dati di salute delle
persone laddove si generano consentendo l’attivazione di una risposta di cura in tempo reale e personalizzata
La sfida comune dei territori coinvolti nell’area di cooperazione legata al trend di incremento del numero di over 65 negli anni futuri e la
conseguente domanda di assistenza si fonderà quindi sulla valorizzazione di tre leve disponibili:
– prevenzione della fragilità e modificazione del processo di ageing
– efficientamento dei servizi esistenti, in particolare di quelli domiciliari
– coinvolgimento e valorizzazione delle comunità locali
– integrazione tra l’erogazione istituzionale dei servizi sociali e il ruolo dei caregiver informali