A Treviso, l’Evento Finale del Progetto E.CA.R.E.

Venerdì 21 Agosto, presso la Sala Leder della residenza G. Menegazzi di ISRAA (Treviso) e in diretta streaming GoToMeeting, si è tenuto l’evento finale di E.CA.R.E..

All’apertura da parte del presidente di ISRAA, Mauro Michielon, hanno fatto seguito i contributi del Presidente del Consiglio Comunale di Treviso, Giancarlo Iannicelli, del Direttore dei Servizi Socio-Sanitari, George Louis Del Re e quello di Massimo Rigoni, referente dell’Unità Organizzativa Cooperazione Territoriale e Macrostrategie Europee della Regione Veneto.

Gli interventi, seppur con prospettive diverse, hanno parimenti messo in luce la necessità e l’urgenza di fornire risposte innovative alla crescente domanda di assistenza che giunge dalla popolazione anziana, nonché l’importanza di predisporre percorsi di accompagnamento all’invecchiamento capaci di sostenere l’empowerment dei cittadini e di restituire valore al legame sociale e alla comunità quali luoghi del sostegno, della reciprocità, dunque del benessere individuale e collettivo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Mauro Michielon, Presidente di ISRAA, apre l’incontro, cui fanno seguito gli interventi di Iannicelli e Del Re

 

 

Il dott. Oscar Zanutto, project manager e responsabile dell’ufficio di Europrogettazione di ISRAA, ha quindi offerto una panoramica del progetto, ponendo in rilievo gli elementi di innovazione e le sfide che essi portano con sé, in particolare il desiderio di sperimentare il potenziale della tecnologia nel consolidare il legame sociale e stimolare l’adozione di stili di vita salutari. La descrizione delle esperienze dei tre siti pilota, Treviso, Belluno e Pordenone, ha quindi permesso di esplicitare punti di forza e criticità incontrati nel lavoro con il territorio, evidenziando differenze e analogie tra contesti diversi.

 

 

Il dott. Zanutto mentre presenta il Progetto E.CA.R.E.

 

 

Il dott. Raffaele Catoni e la dott.ssa Adele De Stefani, community managers del sito pilota di Treviso, hanno aperto il momento dedicato alla descrizione dei pilot illustrando la struttura generale del processo di implementazione e concentrandosi in seguito sull’esperienza di Treviso.

 

 

 

 

 

 

La dott.ssa De Stefani espone la struttura generale della fase di implementazione e il dott. Catoni restituisce un’analisi del contesto trevigiano

Il dott. Giovanni Di Prima, direttore generale dell’ASP Umberto I, e la dott.ssa Paola Dolfo, community manager del progetto, hanno riportato l’esperienza di E.CA.R.E.  nella città di Pordenone, proponendo inoltre una video-intervista ai partecipanti, end-users, caregivers e volontari.

 

 

 

 

 

 

La dott.ssa Dolfo e il dott. Di Prima raccontano quanto accaduto a Pordenone

Il dott. Paolo Santesso, amministratore di Ser.Sa, si è preso quindi cura di illustrare quanto accaduto a Belluno.

 

 

 

 

 

 

Il dott.Santesso descrive le caratteristiche del pilot di Belluno

La sperimentazione ha evidenziato alcuni elementi trasversali ai tre siti pilota. Anzitutto, l’imprescindibilità della conoscenza vis-à-vis, indispensabile al fine di proseguire con successo un dialogo e una relazionalità nella dimensione virtuale. Quindi, l’importanza della funzionalità della tecnologia, che deve dimostrarsi affidabile al fine di potersi effettivamente integrare alla quotidianità degli utenti, in particolare a fronte del grosso investimento necessario all’apprendimento del suo utilizzo. A tal proposito, grande attenzione deve essere dedicata proprio alla percezione che l’end-user possiede del device, non necessariamente allineata alle modalità di utilizzo previste da progetto. Risulta pertanto fondamentale predisporre un percorso di accompagnamento all’uso che sia in grado di conciliare l’architettura progettuale con le aspettative dell’utenza al fine di assicurarne una reale utilità ed efficacia. Sempre in tema di apprendimento all’uso, la notevole disomogeneità nella competenza tecnologica riscontrata tra gli utenti si è dimostrata un fattore critico rilevante in sede di formazione, a cui si è cercato di rispondere proponendo un approccio “peer to peer”, in virtù del quale l’utente più abile ha ricoperto il ruolo di trainer nei confronti di quelli dotati di minor familiarità. Si è reso inoltre evidente come proprio un software dedicato, quale quello adoperato in sede di progetto, consenta un elevato livello personalizzazione, precondizione alla semplicità di utilizzo. Ciò nonostante non va sottovalutato come tale facilità di utilizzo sia in realtà esito di un lavoro di programmazione ed elaborazione estremamente complesso, che richiede tempo e l’affinamento di risposte a richieste e necessità che prendono talvolta forma in itinere. Tuttavia, proprio la personalizzazione si mostra un elemento cardine affinché i servizi possano offrire risposta efficace all’aumento della popolazione anziana con le sfide che ad essa si associano, spostando progressivamente l’asse da un approccio meramente assistenziale ad uno orientato alla prevenzione. Nel caso di E.CA.R.E., porre al centro l’utente con la propria comunità, adoperando un software semplice e malleabile, ha infatti consentito al cittadino di assumere un ruolo più attivo nei confronti della propria salute e del proprio benessere, e di fare tesoro del legame sociale per sostenere e incrementare il sostegno e l’aiuto reciproci.

La professoressa Cornelia Sicher ed il professor Paolo Rondo-Brovetto, afferenti entrambi all’università Alpen Adria di Klagenfurt, hanno invece riportato una prima panoramica sui risultati del progetto. I dati preliminari, attualmente in fase di raccolta ai fini di un’analisi SROI, delineano una prospettiva interessante: i trend suggeriscono una scarsa associazione tra l’età delle persone e la loro capacità e disponibilità a comunicare tramite sistemi digitali, contribuendo in parte a sfatare il mito dell’anziano avverso alla tecnologia. Inoltre, sembra che la disponibilità ad utilizzare questi dispositivi dipenda (almeno in parte) dal benessere mentale delle persone, con una maggior disponibilità associata ad un maggior benessere. Una nota conclusiva, che offre un’interessante prospettiva per il futuro approccio all’assistenza, riguarda l’importanza dell’animazione digitale e le modalità di introduzione delle persone alle comunicazioni virtuali. Un avvicinamento oculato e strutturato, affiancato da animatori digitali opportunamente formati, potrebbe essere la chiave di volta della digitalizzazione dei servizi socio-sanitari. Un ultimo commento, connesso strettamente con questo aspetto, riguarda la necessità di reti digitali a basso costo al fine di favorire l’introduzione e la diffusione di servizi sociali digitali.

 

 

 

 

 

 

La prof.ssa Sicher e il prof. Rondo-Brovetto illustrano l’analisi dei dati elaborati

Il dott. Giorgio Pavan, direttore di ISRAA, ha infine chiuso la mattinata ribadendo quanto la semplicità, necessaria in questo tipo di soluzioni, sia spesso derivata da una complessità, sia tecnologica sia sistemica, che richiede sforzi e costi non banali. Il contributo ha infatti messo in evidenza come la chiave per il successo e la prosecuzione di queste iniziative oltre il periodo di progetto sia infatti la sostenibilità tanto economica, quanto strutturale. Il direttore ha terminato sottolineando come simili sperimentazioni rappresentino i primi passi verso la trasformazione delle attuali residenze per anziani, spesso dipinte come luoghi di cura obsoleti e da chiudere, in nuovi centri servizi aperti ai bisogni e alle potenzialità del territorio, punti di riferimento per la nascita di iniziative e di progettualità in grado di rispondere in modo tempestivo e adeguato allo sfide sociali presenti e future, andando oltre l’offerta residenziale. Esse forniscono dunque occasioni importanti per superare le mura delle residenze, aprirsi al territorio e farsi risorsa per la comunità. L’intenzione è dunque quella di dare prosecuzione ad E.CA.R.E, partendo dalle lezioni apprese e proseguendo con  un percorso in parte nuovo, tramite il coinvolgimento di equipe e professionisti qualificati, garantendo così una maggior sostenibilità al fianco di un’offerta flessibile e più responsiva agli input degli utenti, che si integri al meglio con i servizi e le attività esistenti.

 

 

 

 

 

 

Il dott. Pavan, direttore di ISRAA, durante l’intervento di chiusura